Perchè le comunità locali si oppongono ai progetti di produzione di energia da fonti rinnovabile? Quali le soluzioni per scongiurare la sindrome Nimby, a vantaggio di una energia sempre più democratica, frenando la speculazione finanziaria dei grandi investitori?
Con due centrali in Italia e ben quattro in Spagna (con Endesa), Enel si piazza nei primissimi posti della classifica delle centrali a carbone più inquinanti d’Europa per emissioni di CO2 e tossicità, causa di morti premature: con buona pace del Made in Italy nel mondo.
Quali sono i punti chiave su cui le cooperative energetiche e le amministrazioni possono potenziarsi reciprocamente in vista di migliori e più rapidi risultati? È questa la domanda cui risponde una tesi di laurea che ha coinvolto REScoop.UE
Un progetto da 17.6 Milioni di euro, finanziato nell’ambito del programma Horizon 20-20. Tutto facilmente spiegato e comprensibile e in fondo non molto diverso da come ce l’eravamo immaginato.
Il maggiore ricorso all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili fa bene all’economia oltre che all’ambiente. Significa maggiore remunerazione dei risparmi dei cittadini e maggiori entrate per le municipalità ma significa anche meno dipendenza dalle fonti fossili.
Forse avete sentito parlare o letto qualcosa di Bristol Energy Coop (BEC) e della ambiziosa offerta di progetti ad azionariato diffuso con cui aspirano a raggiungere un investimento di £10,5 milioni per progetti energetici nella città di Bristol.